Carissimi docenti,
ci ritroveremo per l’incontro annuale di formazione a Gibilmanna dal 29 al 30 luglio prossimo, a partire dalle ore 10,00 del 29 luglio. È sempre una grazia incontrarci per sperimentare insieme l’esaltante esperienza del confronto. Per molti di voi sono già iniziate le vacanze; è un modo di dire, perché la vocazione e la missione della vita familiare non vanno mai in vacanza. Si è infatti sempre sul fronte per affrontare ogni giorno gravose fatiche e imbattersi in sorprese ora piacevoli, ora tristi.
La maggior parte di voi è occupata e preoccupata per il prossimo concorso straordinario. Qualora questo si dovesse realmente avviare, non temete perché ognuno di voi si presenta con un curriculum di grande rispetto, dal momento che il punteggio attribuito ai vostri anni d’insegnamento vi garantisce in ogni modo; sono fiducioso che tutti supererete la prova.
Come più volte abbiamo accennato nelle diverse occasioni dei nostri incontri, vorremmo finalmente avviare uno studio articolato e motivato su la devozione popolare tra arte e teologia.
L’impegno di questi giorni potrebbe aprire un percorso nuovo a vantaggio della formazione umana, culturale e cristiana della nostra giovane popolazione scolastica, aiutandola a scoprire il valore della bellezza e la fecondità dei perenni valori che gli antichi padri ci hanno trasmesso. Si tratta di riscoprire un patrimonio, grazie al quale rimane vivo un forte senso di appartenenza alla comunità, attraverso la condivisione di valori che non sono solo quelli della fede, ma anzitutto quelli radicati nell’antico patto tra gli uomini, per cui attraverso il sentire comune, cominciando da quello religioso, ognuno sa di fare parte del mondo in cui è nato e vissuto.
Vogliamo intraprendere insieme un cammino nella lettura e interpretazione delle forme della fede popolare riflesse nell’arte devozionale, quale espressione del desiderio di assoluto dell’animo umano dove, attraversando le diverse stagioni dell’esistenza umana, si incontrano l’orizzonte di senso, dallo stupore della nascita alla tragicità della morte.
L’arte pittorica e scultorea, gli oggetti artistici e i generi letterari, sono testimonianze vive di una fede semplice e concreta incarnata nella storia; sono le fotografie dell’anima capace di esprimere i sentimenti e il credo in modo sempre più profondo.
La fede del popolo e l’arte si co-appartengono, insieme testimoniano una fede ricevuta e propongono sempre nuove ed eloquenti espressioni. C’è un rapporto tra fede e arte, tra arte e fede popolare, insieme propongono una fede vissuta e riflessa in determinate modalità culturali e spirituali; intersecano elementi artistici, sociali ed economici, popolo e poteri, speranze e attese, bisogni e desideri.
La fede popolare è parte integrante dell’intima natura teandrica della Chiesa, è un luogo teologico, uno spazio rivelativo in cui siamo chiamati a imparare dallo Spirito, che è sempre all’opera. Essa fa parte di quelle concretizzazioni della vita di fede che connotano l’essenza della natura umana.
La Chiesa si è sempre nutrita della fede popolare; si è passati dal condannato al tollerato, dal tollerato da purificare al diverso da integrare ed educare.
L’arte, connessa in modo inestricabile al nostro territorio, ci aiuta a ritrovare la novità del Vangelo e il senso della bellezza della nostra fede. Essa è interna all’esperienza della fede, cosi come alla stessa teologia; è elaborazione teologica. La fede, riflessa nell’arte, ci fa vedere il divino che è stato sperimentato nella nostra cultura locale.
Con l’augurio di esserci tutti. Vi auguro ogni bene.
Cefalù, 4 luglio 2024
Salvatore Vacca
NB. È possibile usufruire del pranzo del 29 e del 30 luglio, e pernottare a Gibilmanna.
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