Carissimi docenti,
ritorno a scrivervi per ricordare che venerdì 15 marzo p.v. ci ritroveremo a Gibilmanna, alle ore 16,30, per incontraci in preparazione della Pasqua. L’incontro è stato calendarizzato nell’agenda pastorale della diocesi 2023-2024.
Viviamo un momento difficile, e non solo per il prossimo concorso straordinario. Dopo vent’anni, infatti, si ripete il concorso per gli insegnanti di Religione Cattolica, ci auguriamo che presto venga indetto il concorso ordinario. In merito ci aggiorneremo. La Conferenza Episcopale Italiana e quella Siciliana hanno già riflettuto e si sono confrontate sul concorso: aspettiamo le loro indicazioni.
Saremo presto riuniti come responsabili dell’Ufficio IRC di tutte le diocesi dell’Isola per accogliere le disposizioni e le direttive. Speriamo che ci vengano pure comunicate notizie chiare e certe prima del nostro incontro, per poterle condividerle anche con voi.
Il momento è anche difficile per il mondo scolastico. La stampa e i mezzi di comunicazione ci informano di continui episodi tristi e violenti accaduti sul territorio nazionale, segno che le relazioni umane sono sempre più faticose.
Ci ha certamente impressionato il caso dei manganelli che i poliziotti hanno usato contro gli studenti durante una manifestazione, e l’esperienza dello studente colpito dall’ombrellata di un insegnante di liceo.
Questi gravi fatti quotidiani ci rattristano e ci fanno molto riflettere sulla qualità relazionale della nostra società. Uscire dai gangheri fa male a tutti e non edifica nessuno: chi fa male sta male, e chi riceve manganellate e ombrellate non vive meglio. I giovani possono sbagliare, ma gli adulti maturi escono dal loro ruolo di educatori e di formatori quando usano la ragione della forza piuttosto che la forza della ragione, della bontà, dell’incontro e del confronto. Nel dialogo frontale si comprendono meglio le relazioni umane, si impara come relazionarsi con gli altri.
La Scuola forma e favorisce l’inclusione e il rispetto delle differenze; nessuno può sentirsi discriminato; tutti devono essere rispettati. La sfida è complessa e non esistono risposte facili.
Registriamo un importante cambiamento nelle interazioni sociali, dovuto anche alle recenti tecnologie, ma non sono migliorate la comunicazione e le relazioni interpersonali. La Scuola rispetta le differenze, tutela i diritti dei ragazzi e promuove una società inclusiva.
Sarebbe salutare invitare i ragazzi a limitare anche a scuola l’uso del cellulare per cogliere la bellezza del vivere il presente con gli altri, sentendosi coinvolti reciprocamente, per non essere rimossi dal presente, e per evitare di essere insieme ma soli, senza distrazioni.
La Scuola è l’ambiente umano in cui si promuovono una migliore comprensione reciproca, relazioni più positive ed educative che permettano ai ragazzi di orientarsi nell’elaborazione e nell’iniziale realizzazione di un progetto di vita il più possibile felice.
È interessante praticare l’empatia, vedere e comprendere il mondo come lo vedono gli altri, e cogliere il valore del benessere emotivo al di là del semplice contenuto delle parole. Praticare l’empatia agli studenti è un obiettivo prezioso per i docenti.
Tra i benefici più evidenti, limitare il bullismo e i comportamenti aggressivi, un ambiente scolastico più inclusivo, legami più stretti e profondi, un ambiente più favorevole all’apprendimento, individui con una maggiore autostima.
I ragazzi chiedono agli adulti di essere ascoltati, di essere felici, o almeno di provarci, per poter imparare da loro; nella loro ricerca del sé richiedono complicità, integrità, guardano ed osservano tutto. La più grande felicità che possiamo insegnare ai ragazzi è quella che loro stessi provano quando rendono felici le altre persone grazie alle loro potenzialità. È allora lì che cambiano la loro vita e possono cambiare il mondo.
Con questi propositi vogliamo rinnovare la nostra vocazione e missione. La Chiesa di Cefalù vi ringrazia per quello che fate per la nostra popolazione scolastica. Il vostro impegno profuso per i ragazzi è la premessa del futuro della nostra società e della nostra Chiesa. Arrivederci a Gibilmanna.
Il Responsabile del Servizioù
Vacca Fra Salvatore